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il Viandante di Artemisia Boccadoro

 

Di Artemisia Boccadoro si legge in bandella: "Nel 1936 abbandona l'Europa per un viaggio in Oriente. Da questo momento di lei si perde ogni traccia fino al ritrovamento di un manoscritto, il Viandante."

Quanto c'è di vero nella biografia dell'autrice è solo che il manoscritto fu effettivamente ritrovato. Non tra le carte di Artemisia Boccadoro. Fu ritrovato nella mia Fiat cinquecento, rubata al centro di Roma e abbandonata fuori porta. Le avevano portato via tutto ciò che si poteva smerciare. Non una vecchia cartellina rossa piena di tanti fogli scritti a mano. Di mia mano. Ma come scritti sotto dettatura e sfuggenti a ogni tentativo di editing; ragion per cui decisi di pubblicare il libro in sordina, e in incognito, nell'allora mia casa editrice. Un libro che è stato venduto nonostante, o forse grazie a, l'assenza dell'autrice dalla scena. Scena che ha cambiato scenario quando il libro è arrivato con me in America e un italianista ha voluto cimentarsi a tradurlo. E con il mio Viandante inglese sono felicemente entrata al Program in Writing and Humanistic Studies del MIT a Boston.

Ma questa è un'altra storia.

il Viandante / Ia Festa

 

Imparerai a guardarti alle spalle, dove i vili vanno ad ancorarsi per progredire del tuo progredire, alterando con il peso della loro abiezione la forma della tua dignità; a scoprire il bene che si nasconde tra le crepe di case fatiscenti ed evitare il male, che comparirà inatteso sulla tua strada agghindato di false promesse; ad essere pietoso e irremovibile, accorto e leale ... E' una logica complessa quella imperante in città, dove ogni cosa mostra prima il suo rovescio; solo quando giungerai a non sorprenderti più di quello che vedi, avrai guadagnato il diritto alla cittadinanza.

Chi è Artemisia Boccadoro? Sembra perfino una firma inventata. La risposta è forse nell’ultimo rigo del libro: Era già lontano, quando lo chiamarono per nome.

Il libro di Artemisia è, invece, vicino. Leggibile, godibile, meditabile. Trasformandoci, ognuno di noi, nel Viandante, dell’esistere e della morte.

 

Giuseppe Selvaggi (Idea)

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